Studente magistrale ingegneria informatica dell’Universita di Cassino

Marzo, ultimo semestre di un lungo percorso universitario per alcuni futuri ingegneri. Felici e amareggiati allo stesso tempo, siamo coscienti che è l’ultimo semestre che si trascorre insieme ai colleghi di studi di una vita. Pronti per riniziare, ma arriva una brutta notizia, università chiusa per un virus proveniente dalla Cina e poi subito dopo lockdown nazionale. La preoccupazione di non poter frequentare l’ultimo semestre ci assale, però in meno di una settimana partono le lezioni online. Sembra di essere ritornati al primo giorno di scuola, ma i professori ci mettono subito a nostro agio e si incomincia l’ultimo semestre. Connessioni internet che saltano, microfoni e webcam che si accendono casualmente, ma tutto sommato per noi pendolari frequentare le lezioni online è molto comodo. Arriviamo ad aprile, durante il corso di “reti e programmazione distribuita” il nostro professore Mario Molinara ci avverte che c’è una challenge molto interessante del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica). Noi studenti, incuriositi di questa attività, chiediamo maggiori informazioni e scopriamo che possiamo mettere in campo tutte le conoscenze studiate fino a quello momento in un progetto concreto e sfidare altre università italiane. Tematica della challenge è la “Smart city” in tutte le sue sfumature.

Dopo confronti e idee, finalmente si ha l’idea vincente: “Pollution tracking”, sistema di monitoraggio degli inquinanti in aria e acqua rivolta ai cittadini e pubblica amministrazione.

Entrando nei dettagli, il progetto è composto da 4 strati:

  1. dispositivi Iot reali di raccolta misure dislocati sul territorio
  2. Data Collector: raccolgono le misure dei device e tramite vari protocolli si sottoscrivono a un broker per la gestione degli invii verso il livello superiore
  3. Cloud services: composto da un server per l’elaborazione dei dati e di un database per l’archiviazione di essi.
  4. Web app per la registrazione dell’utente e la visualizzazione dei dati raccolti e un sistema di RESTful Api per interagire con altri software

Link all’articolo scientifico

Know-How l’abbiamo a sufficienza dopo 5 anni di studi, voglia né è immensa, sensori abbiamo la partnership con la Sensichips, ora si deve formare il team. Guida e mentor è il nostro Prof.re Mario Molina, voglia di fare gruppo è una esigenza proveniente dal virus. Formiamo un magnifico team composto dai miei colleghi: Giovanni Fantasia, Sonia Pinelli, Jessica Frau, Rocco Nardone, Giovanni Teolis, Michele Vitelli,Matteo Loprevite e Dominic Morello. Il periodo di aprile e maggio lo passiamo a programmare codice sui nostri pc. Ci manca qualcosa e non sto parlando di concetti ingegneristici. Ci manca quel calore che ci ha mantenuto insieme per anni. Finalmente arriva la notizia, il lockdown è finito e la prima cosa che decidiamo di fare è quella di vederci tutti insieme in una casa per discutere del progetto. 8 portatili con 8 studenti in un salone, sembrava un film americano. L’attesa di vederci forse ha reso quel giorno il più bello in termini universitari.

Ma ora focalizziamoci sulla challenge, arriviamo a fine luglio con un progetto solido e funzionante, il Prof.re Molinara fiero di noi, andiamo a presentarlo alla conferenza online del CINI. Abbiamo 15 minuti per raccontare il nostro progetto, pochi per raccontare 3 mesi di sviluppo ma completiamo la mission senza problemi. Scopo della challenge, oltre a quello di far emergere progetti talentuosi tra le varie università, è quello di creare sinergie tra esse. Passiamo il mese di agosto e settembre a collaborare con altre università per l’interazione dei vari software sviluppati. Conosciamo persone stupende, come Elisa e Emanuele dell’università di Salerno, Valerio, Marco e Dante dell’università di Camerino, Sannio e Aquila.

Arriviamo al 25 settembre ore 14:00, finalmente si ha la proclamazione dei vincitori, abbiamo il cuore in gola. Nominano il terzo posto e non siamo noi, secondo posto annunciano il nome di Cassino aggiungendo che quel posto siamo arrivati grazie alla nostra forza di collaborazione con le altre università.

Vorrei aggiungere due parole a riguardo di questa semi-vittoria. E’ la prima volta che la nostra università partecipa al contest del CINI per quanto riguarda le smart city.

Questa challenge e il risultato rispecchia la nostra università, dove abbiamo progetti alla pari con le altre università, ma il nostro boost non è fatto da cosa facciamo, ma come lo facciamo, dove alla fine vengono premiate le personalità e grazie alla nostra voglia di fare siamo stati in grado di implementare il nostro progetto con 4 università e questo ci ha fatto arrivare al 2 posto.

Giovanni Fantasia